Le prove / Una malattia improvvisa,

un dolore quasi insopportabile...

         
Provo a guardare il cielo
In che cosa, in chi posso sperare? In chi ho sempre riposto la mia fiducia? spero che non sia qualcuno di molto passeggero, che c'è solo quando tutto va a gonfie vele...

Sei riuscito a trovare un senso a questo momento tragico? oppure sei già a lamentarti: o come sono sfortunato! è tutta colpa di ...! Hai considerato che potrebbe essere l'occasione per fermarti a riflettere per poi ripartire con le idee più chiare e, quindi, modificare qualcosa della tua vita...

Hai trovato una ragione per sperare?
 
Provo ad alzarmi in volo
dall'alto si vede meglio...
(a volte occorre staccarsi dalle solite cose, dalle comodità,...)
Fino a ieri mi sentivo come un leone, in grado di spostare il mondo.. ed oggi, mi scopro piccolo, piccolo: è bastato così poco...

Quanti sono quelli che io ho aiutato a superare un momento difficile? sicuramente potrò contare su qualcuno di loro..
c'è qualcosa di nuovo...
Gli antichi ebrei credevano che la malattia fosse un castigo di Dio per gli uomini che avevano commesso il male. Forse anche qualcuno di noi lo ha pensato, in talune situazioni. Non così i primi cristiani. La malattia infatti fa parte della condizione umana, della sua natura fragile e imperfetta, per cui il corpo poco alla volta si consuma, la mente a lungo andare arrugginisce, la capacità di vivere bene è sempre limitata dal nostro punto di vista troppo parziale.
Non siamo Dio in terra e l'esperienza del dolore ce lo ricorda! ma ci ricorda anche che Dio non vuole la sofferenza, non è contento che noi stiamo male. Normalmente non ci toglie il peso della sofferenza, ma ci aiuta se abbiamo fiducia che tutto ha un senso!
Ci voleva proprio la sofferenza per vivere in modo nuovo, pieno, più attento alle cose che contano...!
 

...e se mi rivolgessi proprio alla fonte, al Creatore del mondo,...

proprio adesso, che sono stanco, sfiduciato, depresso.. e non voglio parlare con nessuno..

Stammi vicino, al mio fianco, mentre cammino per la valle oscura...

eppure Kirk nella malattia...!

Kirk Kilgour (1947-2002)

Come vincere le olimpiadi, vincere lo scudetto e poi rompersi la spina dorsale. Non muovere più né le braccia né le gambe. Molti direbbero che sarebbe meglio morire. Non lui. Anzi.
Quanto scritto l'ha detto in pubblico per l'ultima volta nel 2000, al giubileo per i disabili, davanti al papa.
Ti avevo chiesto, Signore,
la forza per avere successo.
Tu mi hai reso debole,
perché imparassi a confidare in te.
Ti avevo chiesto la salute
per fare grandi cose.
Mi hai dato l'infermità
per comprendere meglio.
Ti avevo chiesto la ricchezza
per possedere tutto
Mi hai dato la povertà
per accorgermi che ho bisogno di te.
Ti avevo chiesto il potere
perché gli uomini
avessero bisogno di me.
Mi hai dato l'umiliazione,
perché io avessi bisogno di loro.
Ti ho chiesto tante cose
per godere la vita.
Mi hai dato la vita
perché mi rallegrassi di ogni cosa.
Non ho avuto niente
di quello che ti avevo chiesto.
Mi hai dato tutto ciò
di cui avevo veramente bisogno.
E quasi contro la mia volontà.
Non hai esaudito, Signore,
le mie richieste,
perché non sapevo
quello che stavo chiedendo.
Sei stato fedele alle tue promesse
di dare "cose buone"
a quelli che ti pregano.
Soltanto tu le conoscevi.
Le preghiere che non feci
furono esaudite.
Sii lodato, o mio Signore!
Fra tutti gli uomini nessuno possiede
più di quello che ho io".