A tu per tu... In relazione con gli altri...

"Amico, siediti. Ti racconterò.
ASCOLTA con il cuore altrimenti sentirai soltanto il brusio delle parole.
Ma non gusterai il sapore della loro carne..."

           

A te che ripeti: "io, io, io..."

  • devo pensare a me stesso
  • devo dimostrare di essere qualcuno
  • devo...

Com'è la tua relazione con gli altri?

Quanti sono questi "io devo"?

Non è che mettono in un angolo la tua libertà? eppure si tratta di un dono veramente immenso poter scegliere!

Che cosa caratterizza maggiormente l'essere umano?
Non è proprio la capacità di metterci in relazione con gli altri?
E' solo il "tu" che ci permette di "vivere" e ci rende unici... E' su questo che ci giochiamo la vita. Dobbiamo comunque scegliere qual è il nostro approccio con gli altri che ci stanno accanto in questo mondo.

Se vado verso un "tu", verso un "altro", come ci vado?
  • con il fucile pronto a sparare, anche se per difesa...?
  • cercando di renderlo mio "schiavo" ? "Io" sono il capo... Rieccoci con "io, io, io..."
  • cercando di fare il furbo e fregarlo...? Io ho bisogno di più soldi, di più..., per me stesso..."io, io, io..."
  • ....?
  • oppure, cercando di donare me stesso, cercando di spendermi per lui, di fargli sentire quanto è importante, prezioso, unico per me...?, annullando il mio egoismo...
 

Anche se vorrei andare verso il "tu", verso l'altro come faccio a sopportarne il peso, a non "fregarmene" di uno che magari farà di tutto per fregarmi !?

No!, No! non posso arrendermi, non posso perdere l'opportunità di essere "libero", di vivere!

Voglio scoprire fino a che punto sono capace di "amare"...

Forse occorre andare ad una svolta, fare una "conversione" completa, mettersi su una strada diversa...

Ce la farò da solo?

Chi è il mio modello? C'è qualcuno che, molto tempo prima di me, ha capito tutto questo; magari lo ha capito non da solo ma grazie al rapporto particolarissimo che aveva con Qualcuno più grande, con il nostro stesso "Creatore"... Proviamo ad ascoltare che cosa ha da dirci e poi decidiamo.

Alcuni hanno cercato di seguirlo: solo un esempio: Madre Teresa. Non è da loro che possiamo trarre un riferimento anche per la nostra vita?
Come ci sono riusciti? Da dove nasce il loro amore smisurato per gli altri? Cosa hanno fatto?...

Possiamo sperare che Dio prepari una soluzione per la nostra fame
di giustizia, di pace, di amore, di visione del suo volto,...?

"tanto per iniziare... "

Magari qualche forma di volontariato missionario così simile ad avventure esotiche...?
Si, tanto per iniziare... ma, forse, non basta un po' di "filantropismo" di maniera, un po' di vaga benevolenza che rassicura la coscienza ed è gestita secondo i propri gusti e preferenze, né il dono di sé parziale e "a tempo", come un darsi in prestito o in piccole quote (di sé o del portafoglio).
Occorre fare un salto in avanti..., uno stile di vita nuovo..., "servire" veramente, prendersi sulle spalle l'altro ed il suo limite, esser disposti a pagare un certo prezzo e a continuare anche quando non v'è alcuna gratificazione o c'è persino ingratitudine, identificarsi fin nel profondo dell'io con l'identità del servo che si dona tutto...
C'è un'immagine che descrive bene questo nuovo atteggiamento, questo nuovo modo di vivere ed è quella dell'Agnello: l'Agnello è la perfetta immagine del servo, come colui che si carica sulle spalle una colpa non sua, si lascia per essa colpire senza reagire, fino a offrire la sua stessa vita.

Non posso dire "chi se ne frega"!
"Mi ami tu? Mi ami?"... "Mi ami? Mi ami veramente?"
 

Io pensavo di "dover" essere un leone!

Ed un bel giorno ho perso la criniera e mi sono scoperto più pecora che leone... Come posso avvicinarmi ad un altro, ad un "tu" se poi voglio "sbranarlo"?!
Se voglio avvicinarmi all'altro da me, devo imparare ad essere "pecora", essere servo umile ed inutile...

Se decido di stare accanto agli altri nelle loro molteplici necessità, devo prepararmi a sperimentare i miei stessi limiti. Non sempre riesco a conoscere il vero bene degli altri.
Anche quando conosco le cose, di cui gli altri hanno bisogno, non sempre riesco a farle. Talvolta sono bloccato dalla mia pigrizia. Talvolta i problemi degli altri sono più grandi di me. In queste circostanze tocco con mano la mia povertà. Ciò che posso fare è ben poco. Qualche volta posso offrire solo una solidarietà fatta di comprensione e di silenzio. Devo rinunciare alla pretesa di risolvere tutto...

Non è facile...
In effetti, ci sono due modi di camminare: il primo è quando cammino in compagnia solo di me stesso e del mio egoismo; il secondo quando cammino in compagnia del mio "modello" ...

Il mistero è che se divento amico del debole, lui mi farà conoscere i miei stessi blocchi, i miei pregiudizi e la mia angoscia. Se divento amico di una persona con un handicap, scoprirò le ferite aperte dentro di me, le mie difficoltà di comunicazione. Di fatto apparteniamo tutti ad un popolo povero e ferito. Ma, in fondo, è in tutto ciò che è fragile e ferito dentro di noi che siamo amati.