Quale bellezza salverà il mondo?

           
 
E' la domanda che Dostoevskij, nel suo romanzo L’idiota, pone sulle labbra dell’ateo Ippolit al principe Myskin.
"E’ vero, principe, che voi diceste un giorno che
il mondo lo salverà la ‘bellezza’?
Signori - gridò forte a tutti - il principe afferma che
il mondo sarà salvato dalla bellezza...
Quale bellezza salverà il mondo?".
Il principe non risponde alla domanda (come un giorno Gesù davanti a Pilato non aveva risposto che con la Sua presenza alla domanda "Che cos’è la verità?": Giovanni 19,38). Sembrerebbe quasi che il silenzio di Myskin - che sta accanto con infinita compassione d’amore al giovane che sta morendo di tisi a diciotto anni - voglia dire che la bellezza che salva il mondo è l’amore che condivide il dolore.
   

Quale bellezza?

La bellezza dell'amore, del dono di sé, l’espressione visibile del bene.
La bellezza di ciò che è vero e giusto nella vita,...
La bellezza cui fa riferimento san Francesco nelle Lodi del Dio altissimo quando invoca l’Eterno dicendo:
"Tu sei bellezza!".

Per chi si riconosce amato da Dio e si sforza di vivere l’amore solidale e fedele nelle diverse situazioni di prova della vita e della storia, diventa bello vivere questo nostro tempo, anche se ci appare pieno di cose brutte e laceranti.
La "bella testimonianza" (cfr. 1LetteraTimoteo 6,13) di Gesù che ha dato la vita per amore di ciascuno di noi, riflessa nelle pagine della Scrittura, assimilata nella vita di tanti testimoni del nostro tempo (Madre Teresa di Calcutta per citare un solo esempio...), è tutt’oggi capace di vincere i condizionamenti del nostro tempo e di entusiasmare per la vera bellezza di Dio.
 

Quando la bellezza è negata?

La vera bellezza è negata dovunque il male sembra trionfare, dovunque la violenza e l’odio prendono il posto dell’amore e la sopraffazione quello della giustizia. Ma la vera bellezza è negata anche dove non c’è più gioia...

Negazione della bellezza, che è spesso sottile e pervasiva e abita la vita di credenti e non credenti, è pure la mediocrità che avanza, il calcolo egoistico che prende il posto della generosità, l’abitudine ripetitiva e vuota che sostituisce la fedeltà vissuta come continua novità del cuore e della vita.

Quando è difficile trovare la bellezza...

Anche gli apostoli che Gesù invita a salire con sé sul monte, (cfr. Matteo 17,1), portavano con sé le domande sempre più gravi che venivano emergendo nel loro cuore. Stando con Gesù e imparando a confrontare la loro precedente visione della vita e della storia con quanto egli veniva operando e insegnando, si chiedevano: in che modo questo Maestro, che esercita un così grande fascino, corrisponde alle promesse di Dio per la salvezza del suo popolo? come può un uomo così buono e mite mettere ordine in un mondo così cattivo? e che cosa significa il destino di sconfitta e di morte di cui ci sta parlando? (cfr. Matteo 16,21-23).
Sono le domande che sentiamo riemergere anche oggi: come può la mite bellezza del Crocifisso risorto portare salvezza a questa umanità cinica e crudele?

Eppure sul monte Gesù non ci parla: si trasfigura! Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi stare qui...".
Il bello è conoscere la bellezza di Dio...
Se è vero che non è possibile una conoscenza puramente "oggettiva" di Dio, ma che lo si può conoscere soltanto entrando in relazione e donandosi, la via di accesso è quella di Gesù, che ama e si dona senza rimpianti.
 

E' bello seguire Gesù;
è bello dare la vita per gli altri!
E’ bello scommettere la propria esistenza su Colui che non solo è la verità in persona, che non solo è il bene più grande, ma è anche il solo che ci rivela la bellezza divina di cui il nostro cuore ha profonda nostalgia e intenso bisogno.