Ecco, sono già 18 (?) anni che sei in vita.

Dove ti trovi? Dove sei arrivato?

           
 
Non cercare di sfuggire alle tue responsabilità.
Non cercare di nasconderti ogni giorno, ogni ora, davanti a te stesso prima ancora che al volto del nostro "Creatore".

Ebbene sì, è facile nascondersi al nostro "Creatore": è solo una voce simile ad un soffio, è il silenzio... ma non puoi nasconderti anche a te stesso; devi sapere almeno:
- da dove vieni e
- dove vai...
   

Quale cammino devo percorrere?

Nessuno ti potrà mai dire quale cammino intraprendere...

Ognuno di noi è qualcosa di nuovo nel mondo, qualcosa di unico, e deve sviluppare questa unicità e irripetibilità, non rifare qualcosa che è già stato fatto da altri...
Nessuno ti chiederà: "perché non sei stato Mosè?"; ti si chiederà "perché non sei stato te stesso, Alberto, Giulia, Marco....

Tocca a te, comunque, conoscere bene da quale cammino sei attratto e poi scegliere di seguirlo con tutte le forze...

Cogli il tuo sentimento più profondo, il tuo desiderio più profondo, quello fondamentale, quello più intimo... quello che ti porta al tuo "dio", ma attenzione a non sbagliare dio, a non iniziare ad andare avanti e poi indietreggiare, andare a zig-zag, un po' qua e un po' là,... bisogna saper superare gli inciampi che compaiono sul cammino.
 

Da dove partire?
Qual è la meta?

Per cogliere qualcosa di profondo, non qualcosa a cui ripenso domani, ci vuole unità fra pensiero, parola e azione, insomma unità in noi stessi.
Ogni conflitto tra me ed i miei simili deriva dal fatto che non dico quello che penso e non faccio quello che dico... e così tutto si complica, ed io divento schiavo della situazione.
Per uscirne l'unica possibilità è:
- capire una cosa nuova: "tutto dipende anche da me!", sono libero di fare la mia scelta!
- "voler attuare la svolta", con il cambiamento che questo comporta, ...

"Rabbì Nahum... entrò all'improvviso... e trovò gli studenti che giocavano a dama... Quando (lo) videro entrare... si confusero e smisero di giocare; ma questi scosse benevolmente la testa e chiese: "Ma conoscete le leggi del gioco della dama?". E siccome essi non aprivano bocca per la vergogna, si rispose da sé: "Vi dirò io le leggi del gioco della dama. Primo: non è permesso fare due passi alla volta. Secondo: è permesso solo andare avanti e non tornare indietro. Terzo: quando si è arrivati in alto, si può andare dove si vuole" (M. Buber, Il cammino dell'uomo).

E se applicassimo queste regole a noi stessi?

Comincia da te stesso...

Non sono solo un individuo che sta di fronte ad altri individui!
Sono una persona autentica la cui trasformazione contribuisce a trasformare il mondo...
Occorre mettere da parte tutte le cose non importanti per avviare la nuova impresa: fare luce su me stesso, trovare me stesso, trovare la pace in me stesso, iniziare il mio cammino per arrivare dove voglio arrivare.

Un aneddoto antico racconta: "C'era una volta uno stolto così insensato che era chiamato Golem. Quando si alzava al mattino gli riusciva così difficile ritrovare gli abiti che alla sera, al solo pensiero, spesso aveva paura di andare a dormire. Finalmente una sera si fece coraggio, impugnò una matita ed un foglietto e, spogliandosi, annotò dove posava ogni capo di vestiario. Il mattino seguente, si alzò tutto contento e prese la sua lista: "Il berretto: là", e se lo mise in testa; "I pantaloni: lì", e se li infilò; e così via fino a che ebbe indossato tutto. "Sì, ma io, dove sono? - si chiese all'improvviso in preda all'ansia - Dove sono rimasto?" Invano si cercò e ricercò: non riusciva a trovarsi. Così succede anche a noi". (M. Buber, Il cammino dell'uomo)
 

A che scopo?

a che scopo ritornare in me stesso, iniziare il mio cammino,...?
Non per me stesso.
Io sono il punto di partenza, non il punto d'arrivo
!
Occorre conoscersi, non preoccuparsi di sé!
Devo conoscermi in vista dell'opera che devo compiere nel mondo, l'opera che mi è stata assegnata; è al mondo che devo pensare e, per arrivarci, devo, ovviamente, anche preparare me stesso..., magari tenendo conto:
- della mia debolezza, in quanto essere umano,
- della mia non-autonomia e dipendenza dagli altri,
- del bisogno di far posto all'Altro.

Voglio entrare nel mondo!
E pare che anche l'Altro per definizione, Dio, voglia entrare nel mondo che è suo e che voglia farlo attraverso noi uomini: che bel mistero la nostra esistenza ma anche un'opportunità incredibile!
Il nostro Creatore abita dove lo si lascia entrare!
   

Da solo non ce la faccio!

Perché non ammettere che da solo non riuscirò nell'intento di realizzare le mie aspirazioni?

Perché non andare alla fonte (quella del mio Creatore!) ad abbeverarmi?

Sono tante le proposte che mi giungono ma sono poche le persone che hanno trovato la gioia vera nella propria vita. Perché non seguire una via diversa?
 

E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te:
non sciuparla
nel futile commercio con la gente,
vane parole in un viavai
frenetico.
Non sciuparla portandola in giro
in balìa del quotidiano
gioco balordo degli incontri e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.
(Kavafis)

E se, per imparare a vivere, iniziassi con dei momenti di silenzio?
Chi è solo, isolato e vive nell'angoscia è avido di rumore,
cerca sempre voci conosciute... per non trovare sé stesso...
Ma chi vuole trovare sé stesso è avido di silenzio,
di momenti di approfondimento, di scoperta di altre dimensioni...

Stammi vicino, al mio fianco, mentre cammino per la valle oscura...