Affidarsi...In ascolto...La  ParolaE' gioia...

In dialogo con l'Altro...

           
Quando ti sembra di non farcela,
quando hai perso il senso del servizio e la capacità di amare...

Quando vuoi capire che cosa fare,
quando vuoi diventare capace di ascoltare il grido di chi chiede aiuto, dei poveri del mondo, di chi soffre prove fisiche o morali,
quando sei stanco, deluso...

Quando vuoi entrare nel mistero dell'Essere...

prova ad affidarti a
Colui che ci ha pensati, ci ha "inventati",
ci ha dato l'opportunità di vivere qui, ora, su questo pianeta Terra...

Appoggiati a Lui,
come chi si appoggia ad una roccia per non essere trascinato dal fiume in piena...

Chi, se non il nostro “Creatore”, sa:
- come siamo fatti,
- perché ci ha fatti così,
- come possiamo essere   "felici"???

C'è un'alternativa al dialogo con Lui?

Con umiltà...

Spesso siamo tentati di fare i "primi della classe", di non stare ad ascoltare. Ma, in questo modo, non si può instaurare un dialogo neppure con le altre persone, tanto meno con il totalmente "Altro"!

Non per niente Teresa d'Avila sottolineava che "fino a quando saremo su questa terra non c'è cosa che ci sia più necessaria dell'umiltà".

Riconoscere che c'è Qualcuno al di sopra di noi richiede un salto coraggioso. Ma se è verità, bellezza, giustizia riconoscere un Dio che è prima e più grande di noi, un Dio nel quale si trova il senso dell'esistenza, allora vivere questo limite ci può ricolmare di gioia!
 

Qual è l'obiettivo del dialogo...?

...la Tua volontà...

Il senso vero è quello che Gesù ha indicato nel momento dell'agonia "Padre, non la mia ma la tua volontà!" come anche sulla croce:
"Padre nelle tue mani affido la mia vita e il mio spirito".
Occorre cercare la volontà di Dio,
mettere Dio, il mio “Creatore”, al primo posto
,
arrivare o, almeno, tendere al culmine
di consegnarsi nelle sue mani con fiducia e amore, di dire:
"ecco, la mia vita è nelle tue mani".

Lasciamo spazio e voce allo spirito che prega in noi...
(ogni volta che Dio prende il posto del nostro io
si avvera la presenza dello Spirito...)

"Noi non sappiamo cosa chiedere,
è lo Spirito a pregare per noi con gemiti inenarrabili"

Come si manifesta questo affidarsi alla volontà di Dio?

La volontà di Dio è semplicemente quella che ci ha indicato in tutta la sua vita Gesù di Nazaret, con la dedizione ad ogni uomo, considerato come un fratello, come un "prossimo".
E prossimo non è colui che ha già con me dei rapporti di sangue , di affari, di affinità... prossimo divento io nel momento in cui, davanti ad un uomo, anche se antipatico, anche se nemico decido di fare un passo verso di lui, mi avvicino, mi approssimo. Dio mi ha amato per primo e mi ha rivelato il senso della vita ed io devo dargli una risposta amando...

Del resto, se uno non ama il prossimo che si vede, certo non può amare Dio che non vede...
 

E' semplice...

Già, è semplice, ma poi mi ritrovo con i mille momenti in cui devo fare delle scelte, con il "prossimo" reale... e non è più così semplice...

Ho bisogno della Parola di Dio per illuminare la direzione della mia vita, rivelando la durezza del mio cuore e la lontananza di tanti miei atteggiamenti dai pensieri di Dio. Devo interrogarmi su dove sono, su quale cammino ho fatto, quale sarà il mio prossimo passo,...

La via è una sola, quella che ci indica Gesù il Cristo, il "Comunicatore".
Chi altri ha avuto un rapporto così stretto con Dio, tanto da chiamarlo "Padre"?
Già san Paolo ricordava ai Filippesi (Lettera Filippesi 2,5-11) che si tratta di rivestirsi degli stessi sentimenti di Cristo Gesù, cioè di assimilare interiormente la sua mentalità, il suo modo di "sentire" e di percepire la realtà, il suo pensiero, le sue preferenze (povertà, umiltà,...), i suoi gusti, in continuità non solo con quello che lui ha detto e fatto, ma soprattutto in continuità con quello che egli è.