La dimensione contemplativa...

           
 
Il costruttore che prima di iniziare a costruire la torre si siede e fa i suoi conti, non perde tempo ma ne guadagna. Il lavoro procederà più spedito e lieto.

Così un momento di distacco dall'incalzare delle cose e dalla molteplicità delle preoccupazioni, un momento di riflessione, di valutazione alla luce di qualcosa che è "Altro" può farci ritrovare un senso più profondo di noi stessi.
   
Da che cosa è composta?
Silenzio, ascolto della Parola, adorazione, riflessione, meditazione,... non per isolarci dal mondo ma per immergerci seriamente e responsabilmente nel mondo.
 

Silenzio...

All'inizio della nostra storia personale ci deve essere il silenzio:
il silenzio che ascolta, che accoglie, che si lascia animare.

Per chi ha estromesso Dio, l'Altro per eccellenza, dai suoi pensieri e vive ai margini del nulla, il silenzio è insopportabile in quanto segno terrificante del vuoto.
Per l'uomo nuovo, come Gesù il Nazareno, che saliva all'alba solitario sulla cima dei monti, è invece importante avere qualche spazio di silenzio, dove sia possibile tendere l'orecchio e percepire qualcosa della voce del nostro Creatore, ascoltarla.
In realtà, uomo vecchio che ha paura del silenzio e uomo nuovo convivono in ciascuno di noi, sia pure in proporzioni diverse...
Il silenzio prepara però il terreno su cui cade il seme della Parola: una Parola che ci supera da ogni parte, ci avvolge e ci sfugge se tentiamo di afferrarla, ci spiega e ci fa esistere.

Percezione...

Nel silenzio iniziamo ad avere:
  • la percezione della vanità, dell'insensatezza di molte delle cose che ci coinvolgono giornalmente e che, magari, ci allontanano da quello che è veramente importante
  • la percezione di quello che siamo veramente in trasparenza alla luce di Dio;
  • la percezione della presenza dell'Altro che non è mai assente e lontano là dove c'è qualcosa che veramente esiste;
  • il riconoscimento della grandezza di Dio, l'unico che può aiutarci a trovare le vere ragioni per vivere, amare, morire;
  • la percezione della volontà del Padre come norma assoluta di vita; della necessità di rinunciare a farci misura di tutto;
  • la percezione che proprio la croce rappresenti la vittoria sul male che è in noi e fuori di noi.
  • ...
 

Ascolto della Parola...

La parola è qualcosa che, da un lato, ha a che fare con quell'evento umano che chiamiamo linguaggio e che ci contraddistingue in quanto esseri umani e, da un altro lato, è segno, cifra, parola di Dio.
Che cosa possa dire Dio all'uomo, con quanta intensità non può essere anticipato e deciso dall'uomo. L'unica decisione che spetta all'uomo è quella del silenzio pieno di attesa, di rispetto e obbedienza.
E l'imprevedibile è accaduto in Gesù di Nazaret.
   

ci sorprende...

Quando ci si imbatte nella vicenda di Gesù di Nazaret si viene afferrati da un senso di sorpresa, che poi si trasforma in inquietudine e fa giungere ad una sorta di folgorazione: questa è parola di Dio ma diversa da tutti gli altri, è unica e irripetibile!

"I gesti di Gesù, i suoi discorsi, i suoi comportamenti verso gli altri uomini, i suoi miracoli, il suo modo di affidarsi al mistero del Padre, la sua libertà, coraggiosa, i suoi confronti con i personaggi dell'Antico Testamento, le esigenze che pone ai suoi discepoli, il suo sguardo lungimirante lanciato sul futuro conducono ad affermare che la presenza di Dio si attua in lui in un modo eccezionale. Dio non solo è presente in lui, ma è una cosa sola con lui." (C.M.Martini)
In lui non solo Dio ha comunicato con l'uomo, ma si è comunicato; Dio dice chi egli è (comunione di vita, amore,...) e chi vuole essere per l'uomo (il Padre che ama, l'alleato che accoglie e salva, l'amico che condivide fino alla morte la condizione dell'uomo, per rendere partecipe l'uomo della sua condizione divina).
 

è viva ...

Di fronte al mistero di un Dio che si rivela e si comunica, che si fa "buona notizia" per noi, nasce quasi un senso di timore, che può solo fare spazio ad un atteggiamento di adorazione e obbedienza... e portare ad un rinnovato modo di pensare, di parlare, di comunicare...

"Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Non v'è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto", dice Paolo nella Lettera agli Ebrei (4,12-13).
   

ci interroga...

All'inizio siamo tentati di fare noi le domande (dimmi chi è il Padre, dimmi che senso ha...).
In realtà, come diceva Barth: "la domanda che noi poniamo diventa la domanda posta a noi" (chi sei tu, che cosa cerchi,...).
Sembra dirci: stai nell'amore di tuo fratello come se fosse Cristo e conoscerai il Padre (cfr. Giovanni 14,8-17); in altre parole, se vivi per gli altri avrai una conoscenza intima dell'amore e troverai il tuo io vero...

Contemplazione dei misteri di Gesù...

Immergendoci nella meditazione della vita di Gesù possiamo incontrare la forma pura ed autentica della vita umana, quella che Dio stesso ha proposto.
Possiamo così tornare alla vita di tutti i giorni con una nuova speranza e con un nuovo impegno: testimoniare con gli esempi concreti del nostro comportamento, con una vita "nuova" la forza della parola di Dio...
 

Adorazione...

Adorare significa "entrare faccia a faccia", "bocca a bocca".
Più che pensare di essere noi ad amare Dio, lasciamoci amare da Lui, docilmente, ciecamente, abbandonandoci in Lui, tutto affidando a Lui, in spirito di lode e di rendimento di grazie...