Il dialogo Un esempio Se si inceppa Affettivitą e sessualitą Il progetto in due Amare al modo di Dio

Le scelte / Le cose importanti / Amore...

Quale progetto in due...?

     


"Amare non è stare a guardarsi negli occhi ma guardare insieme verso la stessa meta"
(Antoine de Saint-Exupery)

   

Che cosa vuol dire "condivisione"?

E' possibile formare una coppia senza "condivisione"?

- condivisione dei valori, delle "guide", dei punti importanti di riferimento nella vita, nelle difficoltà,... in mancanza di questa condivisione che si fa? si discute sempre? secondo me... ed invece, secondo me, tutto al contrario... e, allora, che si fa? si ricorre all'avvocato per dirimere la causa...? Ha senso?

- condivisione degli obiettivi della vita...(fare figli?, fare qualcosa per gli altri: che cosa?, non basta una cosa generica..., fare soldi, avere 3 case,...?). Senza obiettivi comuni dove si va?
   

Finito l'innamoramento...?

State tranquilli che terminerà il periodo iniziale di "innamoramento un po' folle" in cui si è ciechi e sordi.... ed allora che si fa se non si hanno valori e obiettivi condivisi...? ciascuno per la propria strada...?...
 

E la mia autonomia?

E' una bella richiesta! Sarebbe bello conciliare un "progetto in due", fatto quindi per due persone allo stesso tempo, con l'autonomia, ossia un "progetto per sé stessi". E' possibile? Sembra una contraddizione già solo a livello di definizioni dei termini...
Ho l'impressione che sia di nuovo una questione di scelte: scelgo l'autonomia oppure il "progetto in due"?

Che cosa ci mettiamo nel "progetto in 2"?

Semplice, tutto quello che riguarda la nostra vita ed anche quella degli altri...: la nostra coppia, la nostra famiglia, i figli e la loro educazione, il lavoro, lo studio, il luogo in cui vivere, i rapporti con i parenti, con gli amici, con la società, il modo di soddisfare i nostri desideri più profondi, il modo di spendere il nostro tempo, le priorità e le cose importanti da fare,...
   

Non occorre "aver voglia" di fare dei "progetti in due"...?

E crederci veramente...?
Abbiamo visto che le scelte non sono sempre facili, i progetti possono evolversi, mutare nel tempo,... e, allora, non è indispensabile avere veramente "voglia di fare delle cose in due", dare a questo progetto in due un valore enorme, tale da diventare una parte di noi stessi, qualcosa da non dimenticare mai?

Non occorre "allenarsi", "educarsi" ad un tale approccio, far crescere questa "voglia di fare le cose in due" se si vuole farne la base del proprio rapporto?
Ci sono alternative che funzionano a questo approccio...?
 

Devo rinunciare a qualcosa?


Per realizzare un tale progetto, così impegnativo, non è fondamentale essere capaci di vedere il bene dell'altro rinunciando al proprio orgoglio, al proprio interesse immediato, al proprio sè ...?
D'altronde, una coppia non nasce finché ognuno dei due non accetta di rinunciare a qualcosa di sé (abitudini, modi di pensare, hobbies, indipendenza,...): ne teniamo conto?

Siamo arrivati?


L'amore non è mai « concluso » e completato; si trasforma nel corso della vita, matura e proprio per questo rimane fedele a se stesso. "Volere la stessa cosa e rifiutare la stessa cosa" è quanto gli antichi hanno riconosciuto come autentico contenuto dell'amore: il diventare l'uno simile all'altro, che conduce alla comunanza del volere e del pensare.

Ma comunanza solo tra due persone o anche comunanza con il nostro "Creatore"?